Fondamenta dell’antica Chiesa Parrocchiale in via Chiesavecchia

I PRIMI DOCUMENTI RIVELATORI DELLA CHIESA 

La chiesa dedicata ai SS. Gervasio e Protasio si trova citata in un documento del 20 ottobre 1256 e in un altro del 1297 come Cappella  (Ecclesia) alle dipendenze della Pieve di S. Maria di Grumolo (delle Abbadesse); così nominata perché di proprietà delle suore  benedettine del monastero di S. Pietro di Vicenza. Dette suore ebbero in donazione i beni, legati alla Pieve ed alle cappelle, dal  Vescovo Liudigerio verso la metà del secolo XI.  La cappella di Torri era legata alla Pieve di Grumolo con quelle di S. Maria di Marola, S. Zenone di Resega, S. Michele di Sarmego, S.  Michele di Grantortino e le chiese di Ortígedo (antico nome di Settecà usato anche come Quartesolum de Ortigedo), Vancimuglio e S.  Martino di Lerino. Il Mantese ritiene la chiesa di Torri anteriore al mille, ma dimostrazioni pratiche che ciò sia vero non ve ne sono ed il lettore la può  ritenere solo un’ipotesi. Che la cappella di Torri appartenesse alla Pieve di S. Maria di Grumolo è confermato anche da un documento datato 1° luglio 1277 nel  quale, sotto il potere del podestà di Vicenza Pagano Paradiso, vennero fissati in modo dettagliato i confini delle «colture pievane rurali»  della città. La coltura alla quale faceva parte Torri era quella di S. Pietro detta anche di Camisano. I confini erano segnati dal fiumicello Tribolo che passando vicino allo «Hospitale de Lisiera» (l’attuale Ospedaletto) attraversava Bertesina e finiva nel «flumen Lisiere sive Tesine parum de subtus viam de Marola». Di qui, seguendo il Tesina, i confini della coltura arrivavano «ad stratam veterem que dicitur plovega»  ovvero la strada Statale n.11, Vicenza-Padova. Scendevano quindi detta strada fino all’imbocco di una certa via che conduceva a  «Castelletum» ed a «Septinum» (una contrada situata poco al di sotto di S.Pietro Intrigogna attraversata dalla strada «Pelosa»), Riviera tra Costozza e Longare. In tale periodo era già eretta la parrocchia di Torri (Quartixolum de subtus da distinguersi da Quartixolum de Ortezedo et de «septem  casis» o «cum septem casis», l’attuale Settecà).