ABBATTIMENTO DELL’ORATORIO ED AMPLIAMENTO 

Essendo l’oratorio troppo piccolo per assolvere la funzione di chiesa parrocchiale fu abbattuto nel 1870, tenendo salva l’abside con il  trittico e fu ampliato ed ingrandito con lo stesso stile del precedente. Molti ancora si ricordano la vecchia chiesa che aveva la facciata vicinissima alla strada ed il campanile era unito alla stessa. Il suo stile,  viste le norme testamentarie doveva senz’altro essere, simile a quello dell’oratorio di Casa Porto.

Il vescovo di Vicenza, Antonio Feruglio, decretò lo spostamento della parrocchiale con propria bolla datata 31 ottobre 1898. In precedenza, nel 1869 anche il vescovo Giovanni Antonio Farina ne aveva decretato lo spostamento con la possibilità di ampliare la  chiesa e, nel decreto, risanciva il diritto al Comune della nomina del cappellano. Nel 1893 venne abbellita con decorazioni e quadri. Sul soffitto fu dipinta una copia della Madonna del Giambattista Tiepolo della Civica  Pinacoteca di Vicenza. Il dipinto di notevole ampiezza era opera di Ascanio Chiericati pittore dell’ottocento vicentino.

Il Marini, nel suo manoscritto, così lo descrive: « Ma in realtà la Madonna di Chiericati era tutt’altro che un plagio. Era la degna e  vibrante interpretazione d’un capolavoro dovuto ad un pennello vivo e personale, che sapeva ricreare maestà e sacra grandezza: lo  testimoniava la figura alta e matronale della Vergine, negli ampi cieli percorsi da nubi, che il grande settecentista gli aveva suggerito.

Ora il pittore vicentino pur conservando in quell’affresco gli azzurri e gli argenti dell’altissimo modello, aveva saputo accostarsi ai bruni e ai viola di uno spirito più ottocentesco e più suo, creando così un’immagine più rispondente al proprio sentire e insieme un’autonoma  opera d’arte ». La chiesa, progettata dal prof. Antonio Dall’Amico, aveva l’impronta di una cappella dell’ultimo quattrocento ma di uno stile arcaico, di  un gotico di stampo veneziano. Dal verbale della visita pastorale del 5 settembre 1904, appare che il «quinto altare » portava un dipinto rappresentante la deposizione dalla Croce.

Veduta dei primi del ‘900

I funerale del conte Domenico di Velo (1903)