LE ROGAZIONI NELLA STORIA

Le Rogazioni nella Storia

Il termine di questa pratica religiosa deriva dalla parola latina “rogatio””, che significa preghiera, supplica. Si trattava di processioni di supplica che si snodavano dal centro abitato verso la campagna coltivata. La processione partiva dalla chiesa di buon matti­no e, al canto delle litanie dei Santi, si percorrevano anche lunghi itinerari. Nei tre giorni veniva raggiunta tutta la superficie della parrocchia, anche se vasta. Significative le soste in punti particolari del percorso per speciali invocazioni accompagnate dalla benedizione con la croce verso i quattro punti cardinali. «A fulgure, et tempestate, libera nos Domine», cioè: «Dal fulmine e dalla tempesta, liberaci, o Signore». «A pe­ste, fame, et bello, libera nos Domine», ovvero: «Dalla peste, dalla fame e dalla guer­ra, liberaci o Signore». «A flagello terraemotus, libera nos Domine», ossia: «Dal flagello del terremoto, liberaci o Signore». «Ab omni malo, libera nos Domine», cioè: «Da ogni male, liberaci, o Signore». Arrivati alla meta prestabilita dell’itinerario, veniva celebrata la santa Messa con i testi previsti per questa circostanza.

L’origine di questo rito risaliva al sec. V in Gallia, nel Delfinato, dove dopo varie calamità naturali e un terremoto, il vescovo Mamerto di Vienne indisse un triduo di pre­ghiera e digiuno insieme a solenni processioni verso le chiese della sua diocesi. La pratica poi si diffuse e venne esteso a tutta la cristianità nei secoli successivi. Da Ro­ma, dove il rito fu introdotto da papa Leone III nell’816, la pratica religiosa si diffuse in tutte le parrocchie per chiedere la protezione divina sul lavoro dei campi e sui frutti della terra. I A fianco del rito, si sviluppò nelle campagne una tradizione che dura ancora oggi: i contadini fabbricavano delle croci con i rami potati delle culture che venivano adornate con rametti d’olivo pasquale benedetto. Poi venivano piantate nei campi per proteggerli dalle calamità naturali.